Forse se avessi l’abitudine di usare gli autobus troverei che Savona è una città comodissima. Ne vedo passare molti e probabilmente fanno un ottimo servizio. Pagando le imposte anch’io contribuisco a rendere possibile il trasporto pubblico a prezzi accessibili e magari anche gratis per pochi o molti, ma io non me ne giovo. Posso però usare auto, bicicletta e piedi. Non ho garage e posteggio l’auto in strada: se l’usassi per spostarmi in città faticherei poi a trovare un posto dove lasciarla. Non è una cosa facile e magari dovrei poi lasciarla più lontano di dove devo andare: mi conviene non muoverla e spostarmi a piedi o in bicicletta. Il Comune di Savona ha disegnato in centro città numerosi posteggi delimitati in giallo riservati ai residenti della zona. Abitando lì, per me è cosa ottima, che mi consente di avere più probabilità di posteggiare e non lontano da dove vivo. Per poterne usufruire l’auto è munita di apposito bollino rilasciato dai vigili urbani, bollino che scadrà il 31 dicembre. Dovendomi assentare per qualche tempo mi preoccupo di poter continuare a usufruire dell’agevolazione anche al mio ritorno e chiedo a mia figlia di recarsi per questo alla postazione dei vigili urbani in Piazza del Popolo, non lontano da casa. Va e torna dicendomi che ci si deve rivolgere al Comando dei Vigili dalle 7.45 alle 9.45: sono le 9:50, lei deve andarsene da Savona, ci andrò io domani.
E ci vado. Naturalmente non prendo l’auto: per ritrovare un posteggio perderei molto più tempo di quello che penso mi serva per andarci in bicicletta. So dov’è il Comando dei vigili urbani, del Corpo Polizia Municipale: secondo me in capo al mondo. Ci sono salito in bicicletta non molto tempo fa, ma so che oggi non ce la farei: andrò in bici fino all’inizio della salita e salirò a piedi. Così faccio. Via Stalingrado (ma non si chiama Volgograd [in russo: Волгоград ?), pista ciclabile e al palo del cartello che indica la via incateno la bici. La salita alla sede del Comando, fatta a piedi, richiede più tempo di quello che ricordavo facendola in bicicletta. Così camminando penso che se la ritengono troppo comoda la potrebbero spostare a Conca Verde così sarebbero ancor meno quelli che pensano di non andarci in auto se proprio devono andarci e penso che a due passi da casa c’è un fabbricato (il vecchio Ospedale) inutilizzato da oltre vent’anni e che a qualche centinaio di metri ce n’è un’altro, là dove per qualche tempo c’erano anche un paio di vigili che se chiedevi qualcosa ti mandavano quassù in capo al mondo. Penso anche che una camminata alle otto di mattino non può che farmi bene e finalmente arrivo alla meta. Chiedo all’addetta dove andare per il permesso di sosta ai residenti pensando mi indicasse l’ufficio dove svolgere la pratica. Mi dice invece di telefonare dopo le feste e che comunque il bollino resta valido fino fine febbraio. Bene così, ma perché mai mia figlia non ha saputo queste cose andando al distaccamento di Piazza del Popolo? Non ha chiesto o non l’hanno detto, non l’ha letto o non era scritto? Era lunedì, era giorno di mercato, sicuramente ci sarà stata la fila e se c’è un avviso che ti dice cosa fare non fai la fila per chiederlo: domanderò com’è andata.
Missione compiuta, anzi rimandata. La discesa è più agevole della salita e torno alla bici. Anche dall’altra parte c’è la pista ciclabile, per l’altro senso di marcia. Vorrei passare di là ma il traffico è intenso. Guardo, cerco, vedo un passaggio pedonale un centinaio di metri più avanti. Salgo in bici e lo raggiungo. C’è un semaforo: rosso per pedoni e ciclisti. Dall’altra parte c’è gente in attesa. Aspetto un po’ e resta rosso. Mi viene il sospetto che si debba chiamare il verde: cerco e alle mie spalle vedo il pulsante, nel posto migliore per non essere visto da chi si accinge ad attraversare la strada. Lo premo e attendo. Arriva un autobus e si ferma proprio sopra le striscie pedonali. Attraverso i finestrini dell’autobus vedo che il mio semaforo è diventato verde e mi avvio, mi fermo dove l’autobus ostruisce il passaggio, il semaforo cambia colore, la gente che era ferma sull’altro marciapiede sale tutta, l’autobus riparte ed io finalmente posso raggiungere la pista ciclabile e tornarmene a casa.
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