Blogger

Non ricordo bene: devo avere iniziato con un clic dove dovevo farlo per creare uno spazio in Internet,  mi è stato chiesto un nome  ed ho scritto gerobocia, ossia ero ragazzo (cioè lo ero un tempo), per  titolo del blog ho messo nonsochefare e nella descrizione nonsochedire, perché non sapevo né cosa dovevo fare per confezionare il blog né cosa scriverci: non sapevo niente di niente, nemmeno cosa fosse un blog.
Da allora forse qualcosa ho imparato, forse mi ci sono perso.
Un tempo probabilmente non erano moltissimi a leggere ma erano sicuramente meno quelli che scrivevano per essere letti: scrittori e giornalisti, ma non tutti pubblicavano e non tutti avevano lettori. Fra i lettori qualcuno scriveva agli amici, ai giornali, alla mamma, al moroso, alla morosa; qualcun altro magari teneva un diario, che non faceva leggere a nessuno. Ma gran parte di quello che poteva essere letto, da qualcuno veniva letto. Oggi, penso, quasi tutti coloro che hanno un computer scrivono qualcosa in Internet: forse scrivono più di quanto leggano; gli scritti si susseguono minuto per minuto, in poco tempo invecchiano, si perdono nel gran mare; nessuno più li legge – riesce a leggerli – limitandosi a quelli più vicini alla superficie, ai più recenti. Così qualcuno non è letto che dal suo autore, che non riesce emergere fra i tanti altri anche se é bravo. Qualcuno però oltre a essere bravo è anche abile.
Invidio benevolmente quelle persone che creano un blog e lo allevano con amore, con sapienza e bravura; li ammiro per quanto sono bravi a scrivere i loro testi, a rispondere ai commenti altrui, a curare la loro creatura e gli amici della rete che a loro volta li stimano e incoraggiano. Il blog richiede dedizione e tempo,
da me destinati ad altro, specialmente d’estate, con il sole e le lunghe giornate.  Il blog può essere viziato ed esigente come un figlio unico: i suoi lettori, i suoi estimatori possono esserlo. E un figlio unico è unico.
Io invece dopo il primo blog sono incappato in un altro che mi pareva più adatto alle mie possibilità ed ho trascurato il primo per il secondo. Dopo il secondo è venuto un terzo e un quarto: ma erano tutti figli miei, tutti amati e tutti un po’ trascurati all’arrivo di un nuovo nato, come in una famiglia numerosa. E ora mi ritrovo (tento di fare il conto) con cinque blog in cui scrivo (in uno metto anche foto), altri tre (o quattro?) posti dove ho messo album di foto, tre gruppi nei quali ogni tanto faccio interventi, tre chat con lo stesso .com finale ma con es., de., it. iniziali, almeno sei diversi nomi dopo @ negli indirizzi di posta di cui qualcuno con due nomi diversi davanti; sono registrato in due giornali e ho  quattro pc (in due città diverse) che cerco di tenere omogenei in documenti, foto, indirizzi e altro.
Probabilmente non sono un’ eccezione, ma a me sembra di avere esagerato e mi propongo di semplificare, di unificare, di eliminare doppioni, di mettere tutto in un sito accessibile da ovunque, ora che potrei farlo.
Non so se lo farò, se ne avrò cuore; non butto via quasi niente pensando che prima o poi mi servirà: talvolta succede.
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gennaio 2009

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2 risposte a Blogger

  1. carola ha detto:

    Uuuuuhhhh come ti capisco, l’ho fatto anch’io uno,due,tre blog, ora credo di avere trovato il giusto equilibrio :-), forse ho veramente dato vita alla mia creatura,ma mai dire mai nella vita, e domani potrei abbandonarla per altre creature.
    CIAO

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