Madonna degli Angeli

7] Savona: Madonna degli Angeli. ❷È da quando abito a Savona che la vedo lassù a mezza costa della collina. Qualcuno deve avermi detto che quella è la chiesetta della Madonna degli Angeli: a me pare di averlo sempre saputo. È da quando la vedo che volevo andarci: non mi pareva molto lontana e se tutti la conoscono tutti ci sono stati – pensavo – e se tutti ci sono stati ci deve essere una strada che ci arriva.

Così nei miei giri in bici percorrevo la strada ai piedi di quella collina cercando una via che portasse lassù. Quando ho visto “Via Madonna degli Angeli” ero certo che fosse quella giusta, essendo normale che le vie abbiano il nome della destinazione. Così sono salito per quella via, non una ma più volte e sempre senza arrivare all’agognata Madonna degli Angeli: o non ce la facevo a salire, o  arrivavo alla fine della strada senza trovare indicazione  alcuna, o non trovavo qualcuno cui chiederla o non osavo farlo.

Casualmente – non so più cosa cercando – ho imboccato Via Bernardo Forte: non avrei dovuto farlo perché era in senso vietato, ma considerato che non c’era assolutamente traffico mi sono concesso una licenza ciclistica. Alla fine della breve stradina a destra c’è l’ancor più breve Via Pietro Scotti, che arriva da Corso Ricci, mentre a sinistra sale una vecchia scalinata che mi ricordava più la scaletta  ai “Ferrovieri” per superare la ferrovia che la scalinata a Porta Monte per Monte Berico,  a Vicenza.

All’inizio della scaletta una  targa su un palo segnala “Madonna degli Angeli” e continua (cito a memoria) “Si inizia da Via Scotti, l’ultima traversa di Corso Ricci prima della Centrale del Latte. Proseguendo per una vecchia scalinata, che diventa cavalcavia sulla linea ferroviaria, si arriva a una sterrata, dopo 30-40 metri  si giunge ad una strada asfaltata, si prende a sinistra fino a due grossi pini marittimi ….”, una vera pignoleria. Finalmente avevo trovato la via, ma quel giorno non avevo la catena per assicurare la bici e non potevo abbandonarla così per salire alla chiesetta. Quel giorno proprio non potevo, ma prima o poi l’avrei fatto.

Tornato a Savona , passato l’inverno, finite le brutte giornate, tornata primavera vera ho deciso di vedere finalmente la chiesetta. Sistemata la bici presso la scala,  non ho nemmeno guardato il cartello, sono salito, ho superato la ferrovia, sono giunto ad una strada asfaltata: ho girato a destra, un breve tratto e la strada finiva in una casa dove un’uomo curava l’orto;  sono tornato alla scala e ho preso a sinistra, una camminata più lunga e la strada finiva davanti un cancello. Solo allora mi  ricordo del cartello e delle sue “pignole” ma preziose indicazioni,  assolutamente dimenticate: dovevo  scendere per  rileggerlo, sperando però che ci fosse ancora quel signore nell’orto per chiedere a lui la via,  evitandomi di scendere e – specialmente – di risalire la scaletta.

L’uomo c’era, ho chiesto e cortesemente m’ha risposto. M’ha indicato due grossi pini dicendomi che lì avrei trovato segnato il sentiero che portava alla chiesa; la moglie – nel frattempo venuta nell’orto – ha aggiunto che sì il sentiero c’era ma era piuttusto brutto.  Sono arrivato ai pini, ho trovato un segno, una pista segnata “25”, all’inizio un po’ ripida: io mi aspettavo invece una stradina come quelle usuali nel biellese alle basse quote. Mi rassicurava vedere il segnale, quel “25” che cercavo e trovavo,  fino a che … fino a che non mi sono visto davanti un pilone dell’alta tensione: forse quel sentiero serviva solo ad arrivare a quello, non sarei mai giunto alla chiesetta. Invece proseguiva ed io ero quasi certo di essere sulla giusta strada della mia meta. Dopo poco, infatti l’ho vista, fra piante e fiori, stagliarsi contro il cielo. Ancora un po’ di salita e c’ero: uno spiazzo, una chiesa un po’ mal ridotta con inferriate alle finestre e alle porte, con il tetto di “ciappe” privo di sporgenza per un tratto sopra la facciata e un bel piccolo spiazzo erboso sul retro e sull’altro lato della chiesetta. Sulla destra Savona e il mare, sulla sinistra le colline dell’altro versante della valle.
Ho scattato alcune foto; il sentiero proseguiva (poi avrei trovato in Wikipedia che sale a un vecchio forte), io sono tornato. Arrivato alla strada asfaltata rieccomi nella modernità: sotto di me autostrada, treni, il Centro Commerciale, il traffico di Corso Ricci e tanto rumore. Ancora i gradini da scendere ed eccomi di nuovo alla bici, lì che mi aspettava – come speravo – vicino al cartello che avrei dovuto leggere prima per sapere e che ho letto invece dopo, per confermare.

Questa voce è stata pubblicata in Savona. Contrassegna il permalink.

3 risposte a Madonna degli Angeli

  1. Annamaria ha detto:

    Piccola avventura ! Ma sono queste cose che ci allietano la vita….io credo !Vai ancora in bici e pure in salita….bene…bene. Vorrà dire che la tua salute è buona ed il coraggio pure !
    Spero che continuerai ancora per molto….
    Saluti ILVA

Lascia un commento